mercoledì 25 ottobre 2017

Un po' di satira e riflessioni sui referendum dell'autonomia regionale
















La Lega Nord a tre teste (non proprio allineate) e il solito Pd camaleonte

di Alessandro Robecchi

Quindi il Veneto ai veneti, va bene. I soldi del Veneto restino in Veneto, ok. E lo decidono i veneti, che è abbastanza comodo. E’ come riunire la famiglia e dire: basta, ora i soldi che guadagniamo li teniamo qui, nonno vai tu a dirlo all’Agenzia delle Entrate! Parliamo di tanti soldi, per inciso, più o meno quindici miliardi (il solo Veneto), che è poi quello che spendiamo ogni anno per non fare aumentare l’Iva a orologeria piazzata da Renzi sotto il culo di ogni governo da qui a qualche anno. Per la Lombardia siamo più o meno al doppio: 30 miliardi (anche se Maroni dice 50, punto, punto e virgola, due punti a capo, fa’ vede’ che abbondiamo!). Naturalmente è una semplificazione, perché di mezzo ci sta la Costituzione, poi le leggi, i rapporti di forza, la politica, eccetera eccetera, ma insomma, è probabile che molti che sono andati a votare – o a cliccare su un tablet, disastro – si siano figurati le Dolomiti finalmente placcate oro o le Rolls Royce in car sharing a Cernusco Lombardone. E vabbé.

In ogni caso, delle deleghe, del grado di autonomia del lombardo-veneto, del “padroni a casa nostra” (intanto i padroni veri ridono) si parlerà più avanti, non certo ora con un governo in fase terminale, aggrappato ai voti di Verdini come ai tubi dell’ossigeno, che deve portare a casa la legge elettorale. No, per ora si vedono solo gli effetti collaterali, e cioè tre Leghe Nord diverse, come se qualcuno avesse bagnato i Gremlins dopo mezzanotte e quelli si sa che – plop – si moltiplicano.

Dunque c’è la Lega di Zaia, che si scopre uomo operativo e deciso, tanto che qualcuno lo indica come anello di congiunzione elettorale tra la scimmia e il miliardario, cioè tra Salvini e Silvio. Però più che fare la battaglia della Lega, Zaia fa la battaglia del Veneto, e butta lì la sua proposta (Veneto regione autonona) senza nemmeno parlarne con Maroni, che infatti fa la faccia della mucca che vede passare il treno. Diciamolo: tra i due vincitori, Maroni è quello che sembra il fratello scemo: meno affluenza, scrutatori con le flebo fino alle quattro del mattino, risultati col lanternino, mentre in Veneto votavano con il vecchio metodo. Lo strabiliante digitale lombardo, battuto dall’analogico Veneto. Che oltretutto, e suona come uno sberleffo, prende delle decisioni senza dirgli niente. La Lega di Zaia, insomma, sembra vincente sulla Lega di Maroni. Anche perché Zaia riceve offerte da Roma e dice “resto qui”, mentre a Maroni non offre niente nessuno e deve dire “speriamo che resto qui”.
Poi c’è la terza Lega, che è quella di Salvini, prevalga la pietà. Il ragazzo, impegnato nel difficile salto carpiato di prendere voti al centro e al sud pur chiamandosi Lega Nord, dovrà andare a Napoli, a Palermo, a Bari, a Roma, a dire che no, cari, non è come sembra, posso spiegarvi… Insomma, un po’ difficile, e quindi si continuerà sulla stessa strada: Salvini sempre in tivù che fa la propaganda della Lega (gli stranieri nei ristoranti stellati e gli italiani alla Caritas, la solita solfa), e le regioni del nord che fanno la vera politica della Lega, quella dei soldi e dei poteri.

Siccome si parla spesso delle liti a sinistra, che sono il grande romanzo tragicomico del paese da almeno un trentennio, si metta almeno agli atti che a destra non sono poi così uniti. C’è Silvio, eterno revenant come in una fiction sugli zombi a New Orleans, due o tre Leghe Nord, un po’ di patrioti del “quando c’era lui”, i sovranisti antieuropeisti, ma anche il presidente del parlamento europeo. Un bel casino, insomma, anche tenuto conto che andranno quasi certamente a governare con quel che resta del Pd che nel frattempo, anche sul referendum (vero o presunto) del nord non ci ha capito niente: come mettere un camaleonte su una tela scozzese, si confonde un po’, poveretto.

DAL BLOG ALESSANDROROBECCHI.IT

L’ironia e la satira ben venga su qualsiasi argomento,devo però confessare che sulle tasse regionali ho qualche remora a riguardo,poichè non possono esistere all’infinito,dura dal dopoguerra,regioni virtuose e regioni che non lo sono per nulla,anzi.

In Piemonte chissà se ci sarà mai un referendum a riguardo,posso anticipare che voterò a favore dell’autonomia,nonostante le perplessità a riguardo,poichè le schifezze prodotte dalle regioni autonome non sono mancate in questi decenni,Valle d’Aosta e Trentino Alto-Adige comprese.

Ma si sa,non siamo nelle fredda scandinavia,qui le risorse sociali sono viste come un bottino da assaltare,in ogni caso gli zebedei girano notevolmente quando si pagano le tasse fino all’ultimo centesimo e nel caso serva un’analisi-visita medica approfondita di una certa urgenza,ci si deve rivolgere al privato.

P.s.

Non sono ovviamente legaiolo e tanto meno berlusconiano,penso che si sappia,ma costoro in un battibaleno nonostante le distanze si avvicinano in un nanosecondo pur di governare,particolare inimmaginabile tra i rissosi della solita sx.

I.S.

iserentha@yahoo.it

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