martedì 17 ottobre 2017

Chiamiamo le morti bianche,morti sul lavoro
















Nulla di candido

di Alessandro Gilioli

Se chiedete ai giornalisti perché scrivono “morti bianche” riferendosi a chi lascia la pelle sul lavoro, molti vi risponderanno con un “boh, si usa così”. Insomma abitudine, pigrizia intellettuale, conformismo, i soliti mali del nostro mestiere.

Fu il linguista Giorgio De Rienzo a spiegare che «l’uso dell’aggettivo “bianco” allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’incidente».

Così, in sostanza, si dà per scontata la fatalità, la casualità dell’evento, un po’ come per le morti in culla dei neonati, chiamate anch’esse “bianche”.

Nel 2008 lo scrittore Marco Rovelli (nel suo libro “Lavorare uccide”) contestò quell’espressione «che purifica e cancella ogni macchia, cosicché nessuno sarà chiamato a risponderne».

Più di recente un operaio metalmeccanico toscano, Marco Bazzoni, ha deciso di scrivere a ogni testata che usa quel modo di dire così falsificatorio, ottenendo talvolta ascolto nelle redazioni più sensibili e meno pigre.

Bazzoni è un grandissimo rompiscatole che ha quasi sempre ragione.

No, non esistono le morti bianche. Esistono le morti sul lavoro (peraltro in aumento) che hanno sempre una causa e mai nulla di candido.

Proviamo tutti a ricordarcelo, mentre parliamo, mentre scriviamo.

DALL'ESPRESSO BLOG - PIOVONO RANE

Non mi sono mai informato sulla origine di come si sono definite le morti sul lavoro,denominate come bianche,ma al di là dell'imbarazzante significato voluto dal tal De Rienzo,non ho mai avuto dubbi sulle pesanti responsabilità nella stragrande maggioranza sulle morti dei lavoratori.

La mancanza delle più semplici sicurezze sul lavoro sono all'origine dello sterminio,poichè di questo si tratta,essendo un migliaio nel 2016,al ritmo di almeno 3 persone che perdono la vita nel vivere onestamente sbarcando il lunario 8 o più ore al giorno.

Bene fa chi denuncia quotidianamente l'orrore,definendolo per quel che è,morti sul lavoro,sperando frequentemente invano,che i responsabili vengano severamente puniti per legge.

I.S.

iserentha@yahoo.it

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