giovedì 14 settembre 2017

Riflessione sugli stupri diventati un'arma politica in Italia


















Carabiniere, immigrato o capo del Fmi

di Alessandro Gilioli

Faccio molta fatica a credere che nel 2017 un maschio - sia esso carabiniere o immigrato o capo del Fondo monetario - se violenta una donna lo fa solo per sfogare la sua "incontenibile pulsione erotica".

Faccio molta fatica a credere che sia solo una questione di pulsione erotica per tanti motivi ma soprattutto per le infinite - infinite - occasioni di rapporto sessuale consenziente (anche se magari mercimoniale) che oggi vengono proposte a chiunque - a qualunque maschio di qualunque età e condizione sociale: da Tinder ai centri massaggi delle ragazze cinesi. L'accesso al sesso è ovunque e oggi farebbe solo ridere l'argomentazione difensiva più comune con cui gli avvocati degli stupratori arringavano mezzo secolo fa: "È stato provocato, non ce l'ha fatta a trattenersi".

Credo invece che, almeno in molti casi, nello stupro ci sia dietro qualcosa d'altro rispetto all'animalità incontrollata: cioè l'ansia del potere, la conferma del potere o (rovescio della stessa medaglia) la frustrazione del potere mancato. Insomma in ogni caso la competizione verso il potere, di cui la donna-preda è solo (atavico) simbolo.

Lo stupro, a chi lo mette in pratica, "serve" a questo: a sentirsi "persona alfa", a confermare o a dare l'illusione che la propria maggiore forza fisica rispetto alla vittima esprima e soddisfi più in generale il proprio potere, il proprio stare più in alto di qualcuno nella grande competizione globale in cui siamo tutti immersi e ai cui siamo tutti stati imprintati.

Non sto scoprendo nulla di nuovo, lo so: ci sono centinaia di libri sulla psicologia dello stupratore, sulle sue varianti eccetera. C'è anche un bel romanzo d'esordio (quello di Houellebecq) che mostra i percorsi paralleli e intrecciati di sesso e condizione sociale nella corsa collettiva verso il dominio.

Non sto scoprendo nulla di nuovo ma forse la prevenzione dello stupro deve passare - fin dalle scuole, ma sarebbe bello anche altrove - da una battaglia culturale che coinvolga i maschi rovesciando il loro cervello: quello che invece fin da piccoli ci viene attrezzato per la gara, per la concorrenza, per l'agonismo sociale.

E dove la conquista fisica e violenta della donna si trasfigura come parte e specchio di questo tragico iper agonismo.

DALL'ESPRESSO BLOG - PIOVONO RANE

Va benissimo l'educazione che ha prospettato,ben venga,sicuramente conterrà lo schifoso fenomeno che si sta moltiplicando ogni anno che passa ,che siano violenze e delitti fatti da italiani e stranieri,le pene fortunatamente sono state inasprite,dovesse essere appurato il reato di stupro dei due carabinieri,c'è un aggravante in più a mio modo di vedere,avendole fatte con la divisa intendo.

Sicuramente in questo tipo di reato è radicato il dominio del maschio alfa,ma è soprattutto l'aprofittare della facile occasione a determinare molti fatti di questo genere.

Rischiare quasi una quindicina d'anni per la violenza su una donna o su una qualsiasi persona,si va oltre l'incomprensibile,saranno maschi alfa dotati di un ego spropositato,ma anche di un enorme idiozia,è giusto che paghino severamente.

I.S.

iserentha@yahoo.it

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