domenica 23 ottobre 2016

Legge sul taglio degli stipendi dei politici,ma quando mai?















Chi di pop corn ferisce

di Alessandro Gilioli

Da qualche settimana, lo si è accennato, Matteo Renzi sta cercando di distaccare la sua immagine da quella dell'establishment, perché ha capito che questa identificazione rischia di travolgerlo il 4 dicembre.

In Italia, per svariate ragioni, l'establishment è stato spesso identificato con i politici. Con la "casta", per usare il termine coniato dal libro di Stella e Rizzo e poi entrato nel lessico giornalistico-politico.

È un'identificazione un po' sfocata, a mio avviso: la vera casta - le élite, l'establishment - è la rete di strette relazioni e di corrispondenza di interessi tra una (robusta) parte del ceto politico e i poteri economici che stanno da pupari nella sala di comando.

Ma tant'è: in Italia più che altrove, la classe politica è identificata tout court con il privilegio, con il potere, con le decisioni che hanno impoverito il ceto medio.

Per distaccarsi dall'identificazione con questo odiato target - o meglio, per farsi identificare il più possibile come opposto a esso - Renzi ha portato tra le armi del Sì al referendum il taglio dei costi della politica. Anzi, ancor più direttamente: il taglio dei politici, come da manifesto qui sopra e come da tanta parte della propaganda per il sì, compreso il mitico spot in cui la nonna-cittadina si accomoda sulla poltrona lasciata libera da un politico.

Ma il diavolo, come noto, si scorda dei coperchi.

E così domani e martedì alla Camera arriverà la cosiddetta legge Lombardi, dal nome della deputata grillina che ne è prima firmataria.

Questa proposta implicherebbe risparmi sui "costi della politica" molto (ma molto) più significativi di quelli che arriverebbero dalla revisione del Senato. Li porterebbe attraverso la riduzione dell’indennità parlamentare a 5.000 euro lordi al mese (rispetto all'attuale lordo di 10.435 euro) e con il tetto di 3.500 euro per la diaria, che oggi è di circa il doppio.

Ora, quello che succederà tra lunedì pomeriggio e martedì sarà uno spettacolo.

Perché i deputati del Pd non possono votare contro una proposta di legge che va esattamente nella direzione con cui il Pd ha impostato la campagna per il Sì: ridurre i costi della politica. La figura di palta sarebbe totale e svuoterebbe il Sì di uno dei suoi maggiori cavalli di battaglia propagandistici.

Però non possono nemmeno votare a favore, perché se lo facessero si troverebbero non solo a farsi dettare la linea dal M5S, ma soprattutto a perdere metà del loro stipendio, subito, in questa legislatura, senza nemmeno più la possibilità di fare cassa adesso in previsione della riduzione complessiva di parlamentari remunerati che ci sarà dal 2018 se dovesse vincere il Sì.

Uno psicodramma totale. Un po' buffo, per noi che stiamo qui sotto a vederlo, ma totale.

Figlio di una dicotomia: il Pd che per vincere il referendum promette tagli ai costi della politica, ma che poi va in affanno di fronte a una proposta che implica più cospicui tagli ai costi della politica.

È il grande equivoco del Pd renziano, che viene a galla.

Il Pd renziano che dal 2013 si presenta come nuovo, rottamatore, vicino alla "gente" (e che con questo claim ha vinto le elezioni del 2014); e che tuttavia è anche (o soprattutto) establishment, classe politica, casta.

L'esplosione di questa contraddizione tra narrazione e realtà è quello che andrà in onda da lunedì.

Quando il Pd cercherà in ogni modo di ottenere un rinvio della discussione sulla legge Lombardi, per evitare che la contraddizione esploda prima del 4/12.

Se qui si fosse cognitivamente renziani, si direbbe che è il momento di prepararsi i pop corn.

Non lo si è, sicché ci si limita a suggerire di osservare con cura.

DALL'ESPRESSO BLOG - PIOVONO RANE

Figuriamoci se l'attuale maggioranza vota a favore di un tale taglio di stipendio,in primis poichè non si tagliano gli zebedei da soli,e che so scemi...Continueremo ad avere una delle classi politiche più pagate al mondo,inversamente proporzionale alla loro "deficienza",it's wonderful!

E in seconda battuta,come ha spiegato bene lei, perchè strategicamente svuoterebbe di buon grado il taglio dei parlamentari della riforma costituzionale,meglio credere agli asini che volano,piuttosto di credere che la legge Lombardi diventi effettiva a breve.

I.S.

iserentha@yahoo.it

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